Al Festival della bellezza 21 incontri per 20 relatori

Arendt Center
2 min readSep 24, 2020

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Si sta svolgendo in questi giorni a Verona (28 Agosto-19 Settembre) il Festival della bellezza che prevede ventidue incontri, nelle bellissime cornici del Teatro Romano e dell’Arena. Il tema di quest’anno è Eros e bellezza e ad annunciarlo sta l’immagine, realizzata dall’artista digitale Maggie Taylor, di una bambina che tiene in mano un fiore, il corpo circondato da api che la ricoprono come un vestito. “Girl in a bee dress,” “ragazza con un vestito di api”, è infatti il titolo dell’immagine. Verrebbe da dire che l’immagine scelta per presentare il festival della bellezza è molto appropriata.
Non tanto perché si scelga una bambina per rappresentare la bellezza e l’eros (almeno così speriamo), ma perché le api richiamano il fastidioso ronzio che questo festival continua a procurare, ormai da anni, a chi abbia un minimo senso della decenza.

Ventuno di questi incontri prevedono solo relatori maschili. Solo uno, quello iniziale, ha avuto come protagonista l’attrice Jasmine Trinca.

Il ronzio fastidioso ha a che fare innanzitutto con il fatto — purtroppo molto diffuso — che ancora e sempre, in Italia, si organizzano eventi pubblici senza alcuna attenzione alla parità di genere. Il punto però non è solo questo.

È presumibile che i molti signori del sapere, dell’arte, della letteratura, che hanno parlato e parleranno di eros e di bellezza, dicano anche qualcosa sulle donne. Già immaginiamo come si sprecheranno i riferimenti a Emma Bovary, Anna Karenina, alle donne di Klimt e di Toulouse-Lautrec, (così recita la presentazione nella brochure on-line: “ci si muove per saloni da ballo, divani e café-concert, tra paillettes, baci e toilettes, nel ‘migliore dei demi-monde possibili’”), a Beatrice, in attesa dell’anno di Dante che a Verona dimorò, e all’immancabile Giulietta, icona veronese dell’amore. Ah, di certo non mancherà Rossana, amore impossibile di Cyrano, e poi Elena di Troia…

Nessuna voce femminile è autorevole abbastanza per parlare di bellezza e di eros, di desiderio e di piacere?
Le donne possono solo comparire come icone fanciullesche, come bambine?

Questo articolo è stato pubblicato sulla 27ora, blog del Corriere della sera da Adriana Cavarero e Olivia Guaraldo

* Adriana Cavarero, filosofa italiana, teorica di un pensiero della differenza definitivamente calato nella dimensione corporea dell’esistenza, ha sviluppato il tema dell’identità del Sé e della sua strutturazione nelle dinamiche interpersonali. * Olivia Guaraldo, docente Filosofia politica all’Università di Verona, il l suo lavoro di ricerca è incentrato sull’analisi critica delle categorie della modernità (individuo, sovranità, Stato, cittadinanza) alla luce della riflessione contemporanea sulla democrazia, in una prospettiva globale ed europea

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Arendt Center

Centro di studi politici Hannah Arendt, Dipartimento di Scienze Umane, Università di Verona